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Porto Santo Stefano da ricordare

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Due chiese e una cappella

 

 

In principio su quel lido dell'Argentario c'era solo una cappella. L'aveva fatta costruire nel 1607 Gilles Nunes Orejon de Avila, governatore dello Stato dei Presidi. A quel tempo Porto Santo Stefano non esisteva ancora e gli unici frequentatori erano i pescatori stagionali, i marinai e pellegrini che vi facevano sosta o vi trovavano rifugio con il cattivo tempo, i taglialegna che attingevano ai boschi dell'Argentario per il legname ed il carbone, gli operai

Porto Santo Stefano nel 1650

impegnati nella costruzione della Fortezza ed altre opere militari, i torrieri ecc. Solo nel corso del secolo si formò, intensificandosi progressivamente, e si consolidò una comunità di famiglie stabilmente residenti. Nella seconda decade del 1700 se ne contavano circa una quarantina per un totale di circa 200 persone. Ma bisognò attendere il 1730 perchè quella comunità eterogenea ottenesse il riconoscimento come parrocchia autonoma, ed il 1750 perchè il paese, ormai formatosi, avesse la sua prima chiesa.

La guerra, con i micidiali bombardamenti alleati del '43-'44 distrusse quello e quella. Solo nel 1950 la comunità di Porto Santo Stefano riebbe una nuova chiesa parrocchiale, quella attuale, dedicata a Santo Stefano protomartire.

                               1900

   1960

 

Cappella 1607

Il buon Nunes, addolorato nel vedere coloro che frequentavano quell'angolo di mondo in uno stato così disagiato e miserevole, vi fece costruire, tra la Cetina e Lividonia, alcune opere per renderlo più sicuro e confortevole. Tra queste, appunto, una cappella, come testimonia la lapide, con data errata, fatta affiggere ad perpetuam rei memoriam.

La cappella non era francamente un granchè paragonata al duomo di cui già da molto tempo gli abitanti di Orbetello andavano orgogliosi e al paio di antiche chiese di Porto Ercole, dall'altra parte dell'Argentario ma per una prece da parte dei pochi rustici frequentatori poteva bastare. Quella cappella fu poi ampliata nel corso degli anni, inglobando un porticato antistante, per poter accogliere un numero di fedeli sempre crescente

 

Chiesa parrocchiale 1750 - 1944

I lavori per la costruzione della chiesa iniziarono nel 1740 e l'apertura al culto avvenne 10 anni dopo, il 30 novembre del 1750.

La chiesa fu edificata nel luogo dove adesso sorge la chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano.

Diverse erano ovviamente le dimensioni e lo stile architettonico.

Vista del paese con la vecchia chiesa e ingrandimento di quest'ultima

Elaborazione grafica della vecchia chiesa da una cartolina dei primi anni del 1900

(La facciata è presunta in quanto non rilevabile da fotografie)

La chiesa, più piccola di quella attuale, era nello stile barocco imperante in quell'epoca e da quelle parti. La struttura era composta da un corpo longitudinale con un'unica navata, un transetto all'estremità appena sporgente dal muro perimetrale e da un'abside semicircolare.

Una cupola poligonale molto ribassata, sostenuta da quattro pilastri contigui alle pareti, sovrastava l'intersezione della navata con il transetto. Tre finestre per parte nel corpo longitudinale ed una frontale a ciascuna estremità del transetto davano luce alla navata e alle due cappelle adiacenti all'abside. L'ingresso principale della chiesa era rivolto a sud, cioè da parte opposta rispetto alla chiesa attuale, con il pavimento allo stesso livello del sagrato antistante.

Un ingresso laterale con portale più piccolo situato circa a metà navata, consentiva di accedere all'interno della chiesa dalla adiacente Via Santo Stefano.

Il campanile, subito a destra dell'abside, aveva una cupola tipicamente barocca ed una cella campanaria con un'alta finestra per lato.

Nel corso degli anni la chiesa fu più volte soggetta ad opere di consolidamento, in particolare della cupola, e di restauro.

L'interno

L'ampia navata, coperta da volte a crociera, terminava nello spazio sottostante la cupola. Questo era delimitato da quattro colonne addossate alle pareti su cui poggiavano quattro archi a tutto sesto. Più oltre vi era il presbiterio con il coro e l'altare. Una porta sulla destra permetteva di accedere alla sacrestia.

Nei quasi due secoli di esistenza l'interno della chiesa subì vari restauri e profonde modifiche negli arredi, la disposizione degli altari e delle immagini sacre, gli affreschi alle pareti ed al soffitto.

Le immagini sottoriportate e la breve descrizione seguente si riferiscono agli anni 20 del secolo scorso.

Entrando in chiesa, sopra  il portone d'ingresso vi era l'organo a canne. Nell'angolo subito a sinistra, delimitato da una inferriata, si trovava il fonte battesimale. Alcuni altari votivi e immagini sacre addossati alle pareti arricchivano la navata per tutta la sua lunghezza.

Si accedeva al presbiterio,tre gradini più in alto, oltrepassando una balaustra in marmo.

Poco oltre, ulteriormente rialzato, si trovava l'altare principale sul quale erano state apposte, ai lati due epigrafi commemorative con i nomi dei paesani caduti nella guerra del 15-18.

In una nicchia in alto nell'abside, davanti all'altare, si trovava una statua di Santo Stefano, a cui la chiesa era dedicata e da cui il paese aveva preso il nome.

 

 

 

 

La guerra

La guerra con i devastanti bombardamenti alleati del '43-'44 distrusse quasi completamente il paese. Neppure la chiesa si salvò. Soltanto il campanile rimase miracolosamente in piedi a svettare sul cumulo di macerie sottostante.

(Alcune fonti riferiscono che la chiesa, già semidistrutta, al pari degli edifici circostanti, dai bombardamenti , sia stata poi definitivamente rasa al suolo dai tedeschi in ritirata)

 

 

La chiesa nuova

La chiesa attuale, edificata in tempi assai più rapidi di quella distrutta durante la guerra, fu consacrata nel giorno di Natale del 1950. Essa fu eretta nello stesso luogo della precedente ma con uno stile architettonico ed alcune caratteristiche strutturali profondamente diverse. Notevolmente più grande, orientata in senso opposto a quella, con la facciata principale rivolta verso il mare e l'abside verso la piazzetta adiacente via Santo Stefano.

La collocazione dell'ingresso da via XX Settembre rese necessario rialzare sensibilmente il pavimento rispetto alla vecchia chiesa, per cui l'accesso da via Santo Stefano tramite l'ingresso laterale avviene tramite una scalinata .

Unico elemento di continuità con la chiesa distrutta dalla guerra è il campanile, miracolosamente rimasto in piedi sul cumulo di macerie sottostanti.

La maggiore altezza della nuova chiesa su un piano di base già di per sè più elevato rese però necessario aumentarne l'altezza per renderlo armonico all'intero complesso e pertanto provvedere ad un conseguente irrobustimento della parte preesistente.

Modifiche sensibili furono apportate alla cella campanaria anche se la cupola conserva lo stesso stile della precedente.

Nel corso degli anni la chiesa ha subito notevoli modifiche e arricchimenti  con la commissione di una statua in terracotta di Santo Stefano, che fu disposta nell'abside, l'acquisto di un organo a canne di notevole valore e la realizzazione di vetrate istoriate e mosaici. Particolarmente importante fu la ristrutturazione in tempi recenti, del presbiterio, con la rimozione dall'abside della statua di Santo Stefano, collocata in una cappella laterale, e la sua sostituzione con un crocifisso ligneo.

 

Ritorno a casa

Dopo 67 anni è tornata a casa, nella chiesa nuova, questa Madonna Addolorata.

Estratta dalle macerie della vecchia chiesa da una famiglia del paese dopo i bombardamenti iniziati l' 8 dicembre del 1943, è stata restituita al parroco.

Adesso è nella sacrestia della chiesa.

 

 

2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti